dalla gelosia alla complicità

In un film di Bigas Luna, "La teta y la luna", il bambino protagonista si rivolge alla luna, sua confidente, gridandole con tono arrabbiato “ma perché devo bere il latte di una mucca mentre questo mostriciattolo ruba il latte di mia mamma?”

Ovviamente il mostriciattolo in questione è il fratellino appena nato. I nuovi arrivati ricevono le attenzioni della mamma e di tutto il parentado:

Viene tenuto in braccio, viene allattato… e l’ormai ex figlio unico si sente detronizzato da questo “mostriciattolo” arrivato a rubargli le attenzioni di mamma e papà.

Come dicevamo in un altro articolo, la gelosia è un sentimento fisiologico e, per certi versi, anche salutare, perché rende il bambino più forte e competente dal punto di vista emotivo e sociale.

Ma come si supera questo sentimento che, ad ogni modo, costa rabbia e sofferenza a chi la prova?

Uno dei primi elementi che portano il bimbo a superare la gelosia è la curiosità che può sorgere osservando il fratellino, a come, crescendo, il suo comportamento non sia più solo limitato al pianto o al sonno, ma, per esempio, anche i primi sorrisi… spesso sono una calamita per il fratello maggiore, che proverà tenerezza e poi sempre più attrazione.

In tutto questo la gelosia e i suoi vissuti non scompaiono, ma iniziano ad esser affiancati, per esempio, dall’orgoglio che il primogenito inizierà a provare davanti ai coetanei facendosi vedere col fratellino, che difenderà, proteggerà (poi magari è lui il primo a fargli i dispetti, ma guai se altri lo facessero).

L’aspetto più interessante matura successivamente, quando sorge l’aspetto della condivisione: il fratellino può diventare un alleato, un complice con cui relazionarsi nell’affrontare il mondo degli adulti, genitori in primis.

Per i genitori è importante aiutare il primogenito a capire che non è la rabbia l’unica emozione che è in grado di provare verso il fratellino. La gelosia nel corso degli anni può anche regredire e svanire, probabilmente, accanto alla complicità, potrà sorgere la rivalità, ma questa compresenza di complicità e rivalità è una condizione evolutiva che permette ai bambini di sperimentare anche sentimenti, emozioni, situazioni quali lo stuzzicarsi e il litigare in un contesto sicuro, all’interno del legame fraterno che non viene messo in discussione nell’infanzia.

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