i gemelli e l'identità personale

In un altro articolo pubblicato sul sito Psicologo Melzo Psicologo Novate abbiamo visto come la maggioranza delle ricerche condotte per identificare eventuali differenze tra gemelli e figli ha adottato una prospettiva psicopatologica (Gau et al., 1992; Gjone & Novik, 1995; Levy et al., 1996; Lytton et al., 1987; Simonoff, 1992), trascurando di fatto tute le possibili risorse che la condizione gemellare potrebbe rappresentare per lo sviluppo del comportamento adattivo e per il benessere psicologico dell’individuo.

In particolare, la gemellarità è stata considerata un fattore di rischio in grado di incidere negativamente sul processo di costruzione della propria identità individuale (Fiegelson, 1983; Leonard, 1961): secondo alcuni psicoanalisti per costruire la propria identità individuale occorre prima 

riuscire a “separarsi” dai propri genitori, nel senso di capire di essere persone diverse da loro: la difficoltà caratteristica dei gemelli è da ricercare nella doppia fatica che essi devono compiere per separarsi non solo dai propri genitori (come tutti i bambini), ma anche dal proprio gemello (Castellet-Ballarà, 1994; Schave & Ciriello, 1983; Venuti & Lis, 1989).

Altri autori hanno inoltre evidenziato che la stretta relazione esistente tra i gemelli potrebbe invece accelerare il processo di separazione dall’adulto, ma potrebbe portare a una prolungata dipendenza e simbiosi tra i gemelli (Pearlman, 2001).

A supporto di queste tesi, alcune ricerche dimostrano che i gemelli, soprattutto i monozigoti, sono più tardivi nel riconoscersi allo specchio e fanno confusione tra la propria immagine e quella del gemello (Zazzo, 1984): questo ritardo è stato ricondotto da alcuni autori alla tendenza del contesto familiare e sociale a enfatizzare ed incoraggiare l’unità e la similarità della coppia piuttosto che a valorizzare l’individualizzazione dei bambini (Bacon, 2006), come dimostra la comune tendenza a vestire i due gemelli in modo uguale.

Alcune ricerche sembrano tuttavia fornire dati che contrastano con l’ipotesi che la gemellarità possa avere effetti negativi sulla formazione dell’identità: nè in gemelli adulti nè in gemelli adolescenti infatti non sono state riscontrate maggiori difficoltà a livello identitario rispetto ai nati singoli (Delciotto, 2004; Watzlawik, 2008).

Non solo, un'interessante e recente ricerca (Watzlawik, 2009) ha fornito risultati che contrastano con l’ipotesi psicodinamica che vedrebbe i gemelli più vulnerabili al rischio di fusione e di sovra-identificazione (Schave & Ciriello, 1983; Siemon, 1980).

Per quanto riguarda l'autostima, sembra che nei gemelli monozigoti essa sia maggiormente connessa alla relazione con il proprio gemello rispetto a quanto accade per gli altri: questo dato evidenzia l’importanza della relazione gemellare per lo sviluppo di una positiva immagine di sé (Watzlawik, 2009).

Riferimenti bibliografici

 Bacon, K. (2006). “It’s good to be different”: parent and child negotiations of twin identity. Twin research and human genetics, 9, 141-147.

Castellet y Ballarà, F. (1994). Structuring of self and twinship. Twin Research, 43 (1-2), 145-148.

Delciotto, H., L. (2004). The self-concept and emotional adjustement of twins and siblings of twins. Dissertation Abstract International: Section B: The sciences and Engineering, 65 (1-B), 472.

Fiegelson, E. B. (1983). Pathological identification in twins. The Hillside Journal of Clinical Psychiatry, 5, 221-237.

Gau, J. S., Silberg, J. L., Ericson, M. T., & Hewitt, J. K. (1992). Childhood behavior problems: a comparison of twin and non-twin samples. Acta Geneticae Medicae et Gemellologiae, 41, 53-63.

Gjone, H., & Novik, T. S. (1995). Parental ratings of behavior problems: a twin and general population comparison. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 36, 1213-1224.

Leonard, M. R. (1961). Problems in identification and ego development in twins. Psychoanalytic Study of the Child, 16, 300-320.

Lytton, H., Watts, D., & Dunn, B., E. (1987). Twin-singleton differences in verbal ability: where do they stem from? Intelligence, 11, 359-369.

Pearlman, E., M. (2001). Separation-individuation, self-concept, and objet relations in fraternal twins, identical twins and singleton. The Journal of Psychology, 124 (6), 619-628.

Schave, B., & Ciriello, J. (1983). Identity and intimacy in twins. New York. Preager.

Simonoff, E. (1992). A comparison of twins and singletons with child psychiatric disorders: an item sheet study. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 33, 1319-1332.

Venuti, P., & Lis, A. (1989). L’immagine allo specchio: la differente evoluzione di due gemelli monozigoti. In L. Valente Torre (a cura di), I gemelli, il vissuto del doppio. Firenze: La Nuova Italia Editrice.

Watzlawik, M. (2008). Are twins really different? Siblings during puberty. Marburg, Germany: Tectum.

Watzlawik, M. (2009). The perception of similarities and differences among adolescent siblings. Identification and deidentification of twins and nontwins. Journal of Adolescent Research, 24 (5), 561-578.

Zazzo, R. (1984/1987). Le paradox des jumeaux. Paris: PUF. (trad. it. Il paradosso gemellare. Firenze: La Nuova Italia).

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