Le confessioni

"Le confessioni": un film sull'importanza del segreto e del suo ruolo nei processi relazionali

"Le confessioni" è un film diretto da Roverto Andò uscito a maggio 2016 nelle sale cinematografiche, con Toni Servillo come protagonista principale.

Come spesso accade per il film in cui si parla in "Psicologia e Cinema" su Psicologo Melzo e Psicologo Novate, non è un'analisi cinematografica il focus del nostro pensiero, ma gli spunti e le riflessioni psicologiche che il film stimola e può suscitare.

Vi confesso solo un'innocua parte di trama (no spoiler, tranquilli)

Senza svelare niente che le breve recensioni e i trailer già spiegano, "Le confessioni" è la storia di una specie di G8 dell'economia che si tiene in un lussuoso albergo in Germania che
per l'occasione viene isolato dal resto del mondo.
Al summit sono invitati anche 3 personaggi non addetti ai lavori: una scrittrice di libri per bambini, una rockstar e un monaco, interpretato da Toni Servillo.

Si tratta di un summit estremamente importante e delicato per le conseguenze che avrà sull'economia mondiale, ma un episodio tragico renderà impossibile lo svolgersi delle operazioni.
Si crea un clima di tensione e dubbio fortissimo, alimentati dalla presenza del monaco, che avendo raccolto delle confessioni è reputato in possesso di informazioni segrete.

Il segreto è il vero protagonista del film.

Diffusa è l'opinione che i segreti siano portatori di patologie relazionali, che siano destabilizzanti per l'armonia familiare...
Un'altra credenza molto condivisa è che i segreti familiari siano per lo più dei "segreti di Pulcinella", ovvero informazioni che tutti già conoscono, pur non potendo dire di saperlo.

Tante volte entrambe le credenze già citate sono vere, ve ne sarebbero anche altre, ma più interessante è andare ancora più a fondo della questione: perchè il segreto è un tema molto caro alla psicologia e alla psicoterapia (almeno così come la intendiamo noi)?

Di solito non è mai il contenuto del segreto l'aspetto più interessante da un punto di vista psicologico: ad essere più informativo per la comprensione delle dinamiche relazionali di una famiglia è sapere chi e come viene messo a conoscenza del contenuto segreto e di chi invece ne viene escluso

Supponiamo che un membro di una famiglia, ma anche di un gruppo, sia in possesso di un'informazione: sapere a chi decide di rivelarla permette di capire quali sono le alleanze presenti, o anche se l'informazione viene usata per creare preferenze/competizione tra gli individui. Esempio classico è una persona che dice all'altra "ti dico questa cosa, ma tu non dirlo a TIzio e Caio".. Spesso poi la persona che ha rivelato il segreto andrà anche da Tizio per dire "ti dico questa cosa, ma non dirla a Caio e Semprogno". Oppure, un’altra dinamica pericolosa è quella del genitore che rivela un segreto ad un figlio chiedendo di non informare l’altro genitore..

Vi è poi un altro aspetto importante nel segreto: il peso di avere un'informazione che non si può usare, salvo poi svelare il modo in cui ne siamo venuti in possesso (la stessa cosa vale anche non per rivelazioni di altri, ma quando per esempio un genitore scopre qualcosa del figlio leggendogli messaggi sul cellulare o il diario segreto, o un partner che legge la corripondenza privata dell'altro dal telefonino). In tal caso chi è in possesso dell'informazione è spesso in una posizione molto scomoda e deve decidere che cosa farne. Nel film questa situazione è ben rappresentata dal monaco italiano, alle prese con il segreto confessionale sebbene in una cornice di situazione di grave rischio per l’economia mondiale.
È interessante osservare i giochi relazionali che si scatenano attorno a dubbi e ipotesi sull’esistenza di alcuni segreti e delle loro rivelazioni.

Un altro punto di vista, ...uno psicologo in famiglia

A proposito del ruolo del monaco e dei suoi risvolti professionali, si potrebbe leggere il film anche in un’altra ottica, che riguarda maggiormente i colleghi psicologi, come già capitato per la recensione scritta sul film The Judge: si potrebbero trovare delle similitudini tra il rapporto e le aspettative dei partecipanti del Summit nei confronti del monaco, con quanto accade in alcune famiglie nei confronti di un figlio psicologo (o di un coniuge, di un parente stretto)... ma questa sarebbe un'altra confessione...

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