servizi sociali e migrazione: un modello sistemico

Il tema della migrazione è quanto mai attuale nella nostra società e, a prescindere da orientamenti politici e ideologici, è un dato di realtà con cui ci si deve confrontare.

Uno dei settori più direttamente coinvolti dai flussi migratori sono i servizi sociali dei comuni e, con questo articolo, vorremmo proporre uno spunto, uno stimolo, per un modello di lavoro di rete coi servizi sociali e di lavoro clinico con i migranti con un approccio sistemico pluralista.

Lo spunto nasce dalla recensione scritta da Emanuele Zanaboni sul nuovo libro di Cecilia Edelstein, "Le trasformazioni dei servizi sociali nell'era dei flussi migratori".

La recensione è pubblicata sulla rivista  M@gm@ - Analisi Qualitativa (Observatory Processes Communication Association Cultural Scientific). e si propone non solo di illustrare il libro, ma di interconnettere la teoria, la ricerca e l'azione che Cecilia Edelstein ha svolto sul territorio bergamasco negli ultimi anni.

La presentazione del libro è consultabile interamente cliccando qui, sulla pagina web della rivista. Di seguito invece la recensione dell'opera.

La storia di un libro è anche la storia del suo autore, e sembra che questo legame si possa cogliere ancora più intensamente nelle opere di Cecilia Edelstein: nel suo primo libro,  “Il counseling sistemico pluralista” (2007), è molto evidente l’intreccio tra la biografia e la formazione dell’autrice (maturata nel cuore delle due sponde della sistemica) e le caratteristiche dell’approccio sistemico pluralista da lei elaborato.

In questo secondo testo è invece possibile cogliere i risvolti applicativi del modello sistemico pluralista all’interno dell’operato sul territorio bergamasco che ha caratterizzato i tre anni (dal 2006 al 2009) di lavoro di ricerca di cui il testo costituisce un resoconto:

l’attenzione alle relazioni umane, la promozione del dialogo, la valorizzazione delle differenze interculturali e la dedizione per l’apertura al territorio tramite il coinvolgimento di professionisti di diversi settori (educativi, legali, sociali, psicologici, sanitari) sono alcuni dei princìpi ispiratori del Centro di Consulenza sulla Relazione Shinui sui quali la ricerca presentata nel libro è stata ideata, progettata e realizzata.

Il progetto è stato inizialmente commissionato dalla Consulta delle politiche familiari, un organismo istituzionale espresso dal Comune di Bergamo che opera per lo sviluppo di una politica familiare unificante e organica, con funzione propositiva e consultiva in merito ad iniziative e interventi attinenti alle famiglie.

Edelstein presenta una ricerca nata allo scopo di capire come i Servizi sociali stiano evolvendo di fronte al mutamento dell’utenza dovuto al progressivo aumento del flusso migratorio che sempre più sta trasformando la società italiana in una società multietnica.

L’Area Minori (Servizi sociali territoriali e Servizio Migrazioni del comune di Bergamo) sono stati i servizi analizzati nel corso del triennio di lavoro, mentre l’utenza è composta da famiglie con almeno un figlio minore a carico che si rivolgono ai servizi in maniera volontaria o in modalità coatta con procedimento del Tribunale dei minori.

L’opera è divisa in due parti

Nella prima parte del testo si presentano i dati quantitativi della ricerca, esaminati paragonando l’utenza italiana a quella straniera, e viene fornita un’analisi descrittiva dei Servizi sociali presenti sul territorio e della loro utenza, per conoscerne e capirne le caratteristiche, per comprendere quali ragioni portino le persone a rivolgersi ai Servizi, per capire l’iter (modalità di accesso, domanda iniziale, motivazione della presa in carico e tipo di intervento effettuato) e infine per delucidare la correlazione tra la domanda iniziale e gli interventi effettuati).

Il primo capitolo affronta la situazione degli utenti dell’Area minori (sia con sia senza provvedimento del Tribunale per i minorenni) che accedono ai Servizi sociali (o a loro sono segnalati) nella città di Bergamo, come esempio di un Comune di medie dimensioni del Nord Italia.

Il secondo capitolo si focalizza sull’accesso al Servizio migrazioni, servizio che accoglie soltanto un’utenza straniera non residente, ma domiciliata, e che non ha quindi legami col Servizio sociale territoriale.

Parte di questo capitolo è dedicato ai minori stranieri non accompagnati, cioè minori stranieri che si trovano in Italia senza la presenza (o anche solo la rappresentanza) dei genitori o di altri adulti che possano legalmente rappresentarli: Edelstein dedica loro una breve sezione particolare per trattare le specificità di questa classe di utenti.

La seconda parte del libro si addentra nei vissuti emotivi e nella percezione dell’utenza da parte delle assistenti sociali, attraverso l’analisi qualitativa delle interviste semistrutturate e dei focus group a cui le operatrici hanno partecipato.

Nel terzo capitolo sono presentati i report di questa fase della ricerca, e i dati sono esposti differenziando le operatrici dei Servizi territoriali dalle colleghe del Servizio migrazioni.

L’attenzione agli operatori e ai loro vissuti sono il segno di come il lavoro sia stato condotto con una metodologia circolare e riflessiva in un’ottica di co-costruzione responsabile, elementi caratteristici del modus operandi del modello sistemico-pluralista.

Il libro si conclude con un capitolo attraverso cui i dati presentati nelle pagine precedenti si animano e prendono vita: le ipotesi e le riflessioni finali di Edelstein interconnettono, in una danza sistemica, i dati relativi ai servizi e agli utenti con le altre realtà territoriali quali, per esempio, le istituzioni scolastiche, il sistema sanitario nazionale e le amministrazioni comunali.

Le attribuzioni di significato relative ai dati sono incorniciate in livelli di contesto più complessi che travalicano i confini della territorialità bergamasca e coinvolgono nella danza l’intero panorama sociale, culturale ed economico in cui si costruisce la realtà italiana nella seconda metà del 2000.

La ricerca e il lavoro condotti da Cecilia Edelstein costituiscono una risorsa su almeno tre differenti livelli che rendono il testo “un libro per tutti”.

  • A livello empirico, consegna un’opera che rende la ricerca ripetibile anche in altri contesti territoriali, sia per quanto riguarda la parte qualitativa (in appendice sono forniti alcuni modelli per i questionari utilizzati), sia per quanto concerne la parte quantitativa, data la ricchezza di dati contenuti nei primi due capitoli nei quali il lettore non rischia di perdersi grazie ai paragrafi di sintesi presentati all’inizio di ogni capitolo.
  • A livello operativo, alcuni dati forniti propongono a mio avviso interessanti spunti in ottica di riduzione dei costi per le amministrazioni comunali, un dato non indifferente soprattutto in questo periodo di crisi nel quale i finanziamenti per i Servizi sociali sono sempre più ridimensionati. La ricerca evidenzia, infatti, come gli utenti stranieri si rivolgano volentieri (in termini di dati di accesso) ai Servizi sociali, mentre respingono i Servizi sanitari specialistici (ad esempio, la neuropsichiatria infantile) accettando però la presa in carico di un Servizio psicologico specializzato nei percorsi migratori. A tale servizio gli utenti possono accedere gratuitamente perché è il Comune a farsi carico dei costi. L’analisi si completa considerando un altro dato, emerso nella parte qualitativa della ricerca,   che informa su una mancanza di formazione in ambito interculturale da parte delle assistenti sociali. Se gli amministratori locali investissero sulla formazione delle assistenti sociali e lavorassero in un’ottica di prevenzione del disagio e di promozione del benessere, si ridurrebbero le spese (in termini di costi economici, operatori e servizi, sia pubblici che privati, coinvolti) che occorrono per agire nell’emergenza.
  • A livello metodologico, la conclusione del lavoro lascia in eredità preziose indicazioni ed una maturata attitudine al confronto interdisciplinare, elementi che rappresentano le basi su cui sviluppare progetti psicosociali ed educativi nel territorio in un’ottica (anche questa tipicamente sistemico pluralista) di un miglioramento della qualità della vita della città e dei suoi abitanti a partire dai sistemi familiari, considerati il nucleo fondante della società.

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