Lavorando nello studio di psicologo a Melzo e Novate con famiglie e genitori di bambini di asili nidi, scuole materne ed elementari, mi sono spesso trovato ad affrontare la tematica della gelosia tra fratelli. In questi articoli cerchermo di approfondire questo sentimento che poi spesso ricompare anche nella vita adulta, capendone i motivi che ne stanno all'origine, come superarla e.. imparando che tutto sommato un po' di gelosia oltre che normale è anche necessaria.
Qualche genitore ci contatta attraverso la mail di Psicologo Melzo Psicologo Novate per sapere se alcuni comportamenti che nota nel figlio sono “normali”.
La maggior parte delle volte, ciò che accomuna queste domande è il notare delle differenze tra il comportamento del proprio figlio e il comportamento “atteso” dal genitore, che però si attende delle “risposte” parametrate sugli standard degli adulti.
Accade che quando un bambino abbia già imparto a salutare, magari anche solo con la manina, i genitori ci rimangono male se quando arriva un parente poco frequentato o qualche amico di vecchia data per una rimpatriata, il proprio figlio non saluti, disilludendo le attese dei propri genitori, orgogliosi del proprio cucciolo che sorrideva sempre a tutti.
Se stiamo parlando di bambini in età compresa tra i 7 e i 15 mesi circa, non si tratta di maleducazione o di capricci, ma di quella che in psicologia viene chiamata “l’angoscia dell’estraneo”.
Attorno ai pochi mesi di vita (che gli studi classici di psicologia attestano attorno ai 3 mesi, ma oramai i tempi si sono velocizzati grazie a d un atteggiamento nei confronti dei neonati più stimolante rispetto al passato, quando venivano considerati sostanzialmente incapaci di interagire), i bambini tendono a sorridere al volto umano e quindi alle persone che si relazionano loro: è la fase del cosìdetto “sorriso sociale”, ritenuta nella psicologia classica e di impostazione psicoanalitica importante perché segna la consapevolezza del bambino di percepirsi come altro rispetto alla figura materna.
Quando però i bambini crescono, iniziano a riconoscere le persone a loro più familiari da quelle estranee: il sorriso non è più per tutti, ma viene “regalato” solo alle persone a loro note.
Gli altri, gli sconosciuti, generano paura: Tale fase, chiamata “angoscia dell’estraneo”, è classicamente collocata attorno agli 8-9 mesi di vita, ma sempre per il discorso fatto prima, si può manifestare in periodi più precoci.
Se osservate bene i bambini, noterete che quando incontrano un estraneo, prima di decidere se regalargli un sorriso o mostrarsi spaventati, guardano il genitore per osservare il suo volto: se il genitore è sereno, il bambino più facilmente sorriderà al nuovo incontrato.
L’atteggiamento che i genitori hanno verso le altre persone e verso il mondo (se vissuto come qualcosa di pericoloso e minaccioso) influenza come il bambino si relaziona alle persone e alle situazioni inedite.