bambini e psicologia

Lavorando nello studio di psicologo a Melzo e Novate con famiglie e genitori di bambini di asili nidi, scuole materne ed elementari, mi sono spesso trovato ad affrontare la tematica della gelosia tra fratelli. In questi articoli cerchermo di approfondire questo sentimento che poi spesso ricompare anche nella vita adulta, capendone i motivi che ne stanno all'origine, come superarla e.. imparando che tutto sommato un po' di gelosia oltre che normale è anche necessaria.

Nei precedenti contributi su Psicologo a Melzo e Psicologo a Novate, abbiamo visto quali sono le frasi che un genitore dovrebbe evitare per annunciare al proprio figlio l’arrivo di un fratellino, abbiamo visto come la gelosia sia un sentimento evolutivo e da quali indicatori si riconosce.

Probabilmente però, ciò che più serve ad un genitore è capire come poter aiutare il proprio figlio a superare i vissuti di gelosia, soprattutto quando questi diventano caratterialmente complicati e creano, nei genitori in primis, diverse ansie.

A costo di esser ripetitivi, ci preme sottolineare che il primo passo consiste nell’accettare la gelosia, accettarla perché è una fase normale, di passaggio ed evolutiva..

In concreto, questo atteggiamento si traduce con la comprensione e l’accoglienza dei vissuti di gelosia del figlio maggiore, mentre, allo stesso tempo e per lo stesso motivo, ci sembra poco utile che i genitori tentino di minimizzare i tempi di contatto col nuovo arrivato quando c’è anche il primogenito (tenerlo in braccio poco, allattarlo furtivamente…).

In quest’ottica, vanno accettati, non colpevolizzando il bambino, eventuali comportamenti regressivi come tornare a farsi la pipì addosso… Ovviamente non stiamo dicendo di “premiare” questi atteggiamenti: il messaggio che deve arrivare al bambino è che fare il piccolo o il neonato non è l’unico modo per ricevere affetto.

Più in generale, è bene rispettare qualsiasi comportamento che il bambino mette in atto. Rispettare significa, a nostro modo di vedere, ascoltarlo senza forzarlo. Questo significa non solo evitare di sanzionare troppo comportamenti regressivi o aggressivi (ma su questi ultimi dedicheremo un articolo specifico), ma anche evitare di rinforzare eccessivamente alcuni comportamenti apparentemente più “tranquilli”:

se il bambino è esageratamente affettuoso col neonato, diventa iper obbediente o troppo responsabile, al punto da esser un piccolo adulto, complimentarsi troppo equivale a chiedergli uno sforzo ancora più grande di quello che già sta (con fatica) facendo.

Può esser utile continuare a far provare al figlio maggiore esperienze positive e gratificanti, in modo che non si senta invisibile o messo da parte e che, soprattutto, è possibile ricevere affetto anche in modo diverso dall’accudimento che si riserva ai neonati.

In questa direzione, è utile che i genitori, sia singolarmente che insieme, si ritaglino dei tempi per stare da soli con il figlio, per cose semplici, come leggere un libro prima di dormire, una passeggiata…

Un’altra azione utile è quella di, all’interno di questi momenti, ricordare insieme al bambino la sua storia passata, la sua nascita, magari sfogliare insieme i suoi album fotografici. Servirà per ricordargli come anche lui è stato accudito nello stesso modo del nuovo fratellino

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