Una violenza che non lascia lividi visibili, ma danni profondi
La violenza psicologica è una forma di maltrattamento subdola, perchè non lascia segni evidenti e immediati che si possono cogliere dall'esterno.
La relazione di coppia, ma soprattutto la relazione genitori-figli, possono essere due mondi relazionali in cui la violenza psicologica può manifestarsi nei suoi aspetti peggiori, perchè per esistere occorre che chi la subisce sia (o si senta) in una posizione di dipendenza (fisica e/o emotiva) nei confronti di chi agisce la violenza.
Esempi di violenza psicologica
Alcuni esempi possono essere più efficaci delle tante definizioni che sono presenti in letteratura:
- isolare il partner o il figlio, impedendoli di avere normalità occasioni di avere relazioni sociali con altre persone (per esempio: il genitore che non permette al figlio di partecipare a feste di compagni, attività sportive, momenti di gioco condivisi al parchetto o nel condominio di casa, oppure il partner che impedisce all'altro di uscire con le proprie amicizie, colleghi, o anche di uscire senza la sua presenza)
- minacciare ritorsioni o punizioni severe, allo scopo di incutere terrore per ottenere dall'altro comportamenti desiderati o non avere comportamenti indesiderati
- aggredire verbalmente e insultare, con l'effetto di umiliare l'altro e poter avere quindi un controllo sempre maggiore
Aspetti specifici della violenza psicologica nella coppia:
- privare l'altro della libertà di poter utilizzare il denaro
- compiere azioni di "lavaggio del cervello" denigrando le persone più significative (familiari, amicizie...) al fine di creare un vuoto relazionale che rende ancor più dipendente la vittima;
- azioni di continuo controllo
- prevaricazione nel discorso (non lasciar parlare, rispondere al posto dell'altro a domande poste da terzi)
- avanzare accuse infondate
Aspetti specifici della violenza psicologica nella relazione con i figli
- avere aspettative eccessive e irrealistiche rispetto alle caratteristiche anagrafiche o di competenze (il genitore che umilia il bambino perchè colorando esce dai margini, pur avendo nemmeno un anno di vita)
- come corollario del punto precedente, costituisce violenza psicologica agire pressioni logoranti sul bambino nei contesti scolastici, sportivi e ricreativi da lui frequentati, criticandolo in continuazione e generando quindi una scarsa autostima ("non sono mai abbastanza")
- promuovere e rinforzare comportamenti distruttivi, antisociali e autodistruttivi)
Un danno riconosciuto dall'Onu
Occorre ricordare che la violenza psicologica è a tutti gli effetti una forma di violenza, che nel 1993 l'Onu definisce come «Qualsiasi atto che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata».
E un reato per il nostro codice penale
La violenza psicologica è un reato, e questo serve anche a dare un'idea della gravità dei danni che essa produce in chi la subisce.
Per approfondimenti:
- in un altro articolo su Psicologo Melzo e Psicologo Novate ho presentato le caratteristiche dell'amore violento in adolescenza
- in quest'altro articolo invece, un articolo che aiuta a riconoscere i rapporti di coppia violenti
- infine, per completare il quadro.. un articolo sulla sindrome della crocerossina.. sembra poco pertinente, invece...