Dopo aver conosciuto quali tappe segnano l'inizio di un percorso di gioco patologico, vediamo in questo articolo di Psicologo Melzo e Psicologo Novate come sia possibile ripercorrere il cammino inverso: se il fondo era rappresentato dalla fase della perdita della speranza, l'inizio della risalita può esser definita la fase critica, caratterizzata dalla richiesta di aiuto da parte del giocatore.
Si tratta di un passaggio complesso, perchè presuppone che la persona abbia veramente preso coscienza del fatto che il gioco sia un problema non risolvibile con un'altra giocata da cui ripianare tutti i debiti, ma soprattutto che la persona abbia realizzato di non esser in grado di astenersi dal gioco semplicemente "con uno sforzo di volontà" da compiere in solitudine.
Tale fase è detta critica perchè al proprio interno si incontrano passaggi decisivi e significativi che se superati possono condurre allo step successivo, in particolare è importante che la persona riprenda a lavorare, abbia un piano di recupero dei crediti e smetta di giocare.
Solo con questi presupposti si può passare alla fase della ricostruzione,dove il focus sarà sulla ricostruzione dei legami familiari, mentre prosegue la ripresa lavorativa.. A questo punto, dovrebbero esser già di molto dimuiti gli stati di angoscia e panico, la persona dovrebbe esser più serena.
Siamo nella fase della crescita,ultimo step della ripresa (secondo il modello di Custer), dove il focus è posto principalmente sulla persona del giocatore in termini di capacità di introspezione, di relazione con gli altri, di comprensione e un percorso di emancipazione dal gioco.
Il percorso non è nè breve nè facile, come sempre, quando si tratta di uscire da percorsi di dipendenza. Le tappe presentate, oltre ad esser state illustrate in modo sintetico, non devono esser intese come una sorta di percorso obbligato e uguale a tutti, soprattutto nelle tempistiche: abbiamo semplicemente cercato di quale sia l'evoluzione della carriera del giocatore patologico e del suo recupero in base a quelli che sono i dati frequentemente osservati nei giocatori che si sono rivolti ai gruppi di auto mutuo aiuto alla ricerca di un trattamento.
Può esser possibile che una persona, pur non essendo diventata un giocatore patologico, abbia attraversato qualcuna delle fasi illustrate, sfiorando un rapporto pericoloso con il gioco, arginato grazie al mantenimento di un controllo.
L'importante è che si attivi una politica di prevenzione e un'attenzione culturale al fenomeno del gioco patologico, in modo che possa esser facilmente riconosciuto e lo si possa curare anche nella sanità pubblica, coinvolgendo diverse prospettive: preventiva, clinica e in relazione ad altre condotte patologiche di dipendenza, tenendo presente come il gioco patologico non coinvolga solo un piano individuale, ma anche sociale e soprattutto familiare.