Regina. Un film su adolescenza, emozioni e aspettative

Regina: un film su adolescenza, emozioni e aspettative

Il film del regista Alessandro Grande condensa molti aspetti centrali della vita familiare con figli in età adolescenziale, su tutti il ruolo delle emozioni e delle reciproche aspettative

Regina, del regista Alessandro Grande, è un film che condensa molti temi di rilevanza centrale nella vita familiare: adolescenza, emozioni (o meglio, il ruolo delle emozioni nelle relazioni) e aspettative genitoriali e aspettative figlio-genitoriali

Le relazioni il padre e la figlia Regina, tratteggiate da Alessandro Grande e il tema delle aspettative genitoriali, permetterebbero un confronto con un altro film già recensito su Psicologo Melzo, ovvero "Un padre e una figlia", un film polacco in cui al centro vi è un'altra ragazza adolescente, alle prese con un legame intenso col proprio padre. Anche in questo film, un evento drammatico introdurrà un cambiamento importante nella relazione padre-figlia, sebbene vi siano importanti differenze nel ruolo giocato dalle due ragazze e nelle reazioni dei padri. Questo insegna quanto il concetto di "trauma" non sia una spiegazione predittiva rispetto agli esiti futuri delle relazioni e dei vissuti soggettivi.

L'episodio drammatico che vedrà protagonisti Regina e suo padre diventa una formidabile lente di ingrandimento che permette di analizzare il tema della relazione padre-figlia durante l'adolescenza, il ruolo delle aspettative genitoriali, ma anche le aspettative di Regina sul padre, tema che Alessandro Grande fa emergere attraverso le emozioni della protagonista.

Il gioco delle aspettative è molto presente nella relazione tra padre e figlia, un padre che dedica la propria vita alla figlia, complice anche la prematura scomparsa della moglie, e che nella ragazza cerca di realizzare i propri sogni interrotti per il bene di Regina. Quanto questo aspetto gioca un peso nelle scelte del padre relativamente alla gestione del dramma che vive insieme alla figlia? 

Quest'ultimo tema offre un confronto con un altro film recensito su Psicologo Melzo, "I nostri ragazzi": anche nel film di De Matteo propone adolescenti diametralmente opposti a Regina, soprattutto nella relazione con l'episodio enigmatico della storia. Regina è mossa dalle proprie emozioni, che le consentono di scoprire quali valori pone al primo posto, quali sono le aspettative reali sul proprio padre e anche la difficoltà di gestire emozioni così dirompenti, al punto da pensare di soccombervi.

Ci sarebbero molte considerazioni da fare sugli spunti che Alessandro Grande con il suo "Regina" offre in termini di adolescenza, percorso di formazione, il peso delle aspettative genitoriali nella vita dei figli, ma anche il ruolo delle aspettative dei figli sui genitori, alla frattura che la delusione sul crollo delle aspettative apre nel rapporto padre-Regina... i tempi e le scelte del regista consentono allo spettatore di vivere da vicino le emozioni dei protagonisti grazie ai piani sequenza su cui cui Alessandro Grande ha basato la propria regia.

Per non danneggiare chi, incuriosito, vedrà i film, non mi addentro ulteriormente nella disamina nei contenuti, ma  credo che anche il Regista, con l'ultima scena, lasci al pubblico immaginare quali possibili scenari si siano aperti nella vita di Regina e suo padre. 

Paragonando la dinamica che il film propone come un sintomo che porti la diade al cospetto dello psicologo, la deformazione professionale porta a domandarsi quali risorse sia possibile far emergere in entrambi da quanto accaduto, quali opportunità, anche nella vita del padre (alcuni indizi sono disseminati lungo il film, per esempio nel colloquio con lo chef), come occasione di cambiamento per le vite di entrambi e per la loro relazione?

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