scommesse, poker, e tu che giocatore sei?

Calciatori miliardari che mettono a repentaglio carriera, reputazione e vita per scommesse illegali per truccare le partite…  Si tratta di uno scandalo di cui si parla molto, ma che non è nuovo nel panorama sportivo. Non ci addentreremo nei rapporti che i giri di scommesse hanno con la criminalità organizzata, ma, come psicologi e psicoterapeuti, ci concentreremo su come mai per alcune persone sia molto difficile resistere al fascino del gioco d’azzardo.

Pensiamo al gioco del poker: tantissime persone vi giocano, ci si trova in casa tra amici, è possibile giocare on line grazie a numerosi siti web, o presso i videopoker presenti nei bar e nelle tabaccherie. Intendiamoci, non c’è nulla di male nel gioco quando si tratta di un’attività estemporanea, non diversa da quando ogni tanto compriamo un biglietto gratta e vinci o della lotteria, o mettiamo qualche numero al lotto.

Il dato preoccupante è però il crescente numero di persone che, giocando d’azzardo, si compromette economicamente, lavorativamente e a livello familiare. Sicuramente la sempre maggiore, crescente e capillare diffusione della possibilità di gioco amplia la possibilità di incappare in questo rischio… Anche perché, oltre ad esser più facile reperire la possibilità di giocare d’azzardo, il fatto che sia possibile farlo anche da casa, da soli, al computer, cambia anche il valore e il significato del gioco, che passa da essere un’occasione di socializzazione e di condivisione del tempo libero, ad un’attività solitaria e connotata dall’uso del denaro.

Si potrebbe aprire qui una riflessione di stampo politico e sociale su quanto questi giochi rendano economicamente allo stato, che quindi investe per rendere i giochi sempre più accattivanti ed accessibili, limitandosi a qualche monito quale “gioca il giusto”… che equivale a dire “bevi poco” ad un alcolista.

Noi però vogliamo soffermarci sui risvolti psicologici del gioco, facendolo da un’angolatura che evidenzi i tipi di giocatori: possiamo individuare sei tipi di giocatori, lungo un continuum che va dal gioco come modalità moderata, ricreativa e sana, ad un’attività di gioco che assume un ruolo dominante e distruttivo nella vita delle persone.

  1. Giocatore situazionale di gruppo: è il tipico individuo che tendenzialmente non gioca mai, ma capita che, in compagnia di amici, possa decidere di farsi una serata al casinò o di fare qualche scommessa sportiva o tentare la sorte con un particolare “sistema” del superenalotto dividendo le spese coi colleghi..
  2. Giocatore situazionale solitario: appartenete a questa categoria se non giocate abitualmente, ma, qualche volta, ricorrete alla giocata del lotto perché magari c’è un numero ritardatario che fa schizzare il montepremi alle stelle, oppure perché anzichè ritirare il resto vi fate dare un gratta e vinci dal tabaccaio rimasto senza moneta…
  3. Giocatore regolare solitario: di questo gruppo fanno parte coloro che giocano abitualmente ad un gioco specifico, come chi fa sempre qualche puntata al lotto o chi, appassionato di calcio, gioca alla schedina o fa scommesse regolari
  4. Giocatore regolare di gruppo:  ci riferiamo con questa etichetta alle persone che abitudinariamente in gruppo giocano insieme a carte, anche a soldi (entro limiti che possiamo considerare accettabili, ovvero, per dare un’idea, quel che si pagherebbe per una serata tra amici nei locali), oppure per giocare particolari sistemi su schedine o lotto.  Queste prime quattro categorie includono persone che riescono a giocare in modo moderato e piacevole, confinando il gioco dentro i confini che gli competono, quello del divertimento che possiamo definire “sano”. Analizziamo invece altre due categorie:
  5. Giocatore problematico: possiamo definire giocatore problematico una persona che, diversamente dalle categorie precedenti, fatica a riuscire a smettere o a interrompere di giocare. Possono esserci periodi in cui il gioco si riduce, ma vengono seguiti da periodi di intenso coinvolgimento (delle vere e proprie “abbuffate”), magari anche con giochi diversi.  La problematicità non deriva solamente dalle difficoltà a smettere, ma da almeno altre due caratteristiche: il grande assorbimento fisico e mentale che il gioco comporta, con il pensiero molto focalizzato sull’attività ludica a scapito di altre aree (studio, lavoro, relazioni…); la quantità di denaro che si rischia di perdere nella crescente spirale di gioco, con forti possibilità di indebitamento. Il giocatore problematico va quindi incontro a difficoltà su più piani della propria vita: economico, familiare, lavorativo… Tuttavia, riescono a mantenere il loro equilibrio, recuperando dagli scivoloni in cui incappano.
  6. Il giocatore patologico: siamo ad un livello di compromissione e di gravità ulteriore rispetto al giocatore problematico. Si tratta di persone che compromettono per il gioco la propria attività lavorativa, si indebitano e mettono in crisi anche la propria vita relazionale. A questa categoria daremo spazio in un altro articolo nel quale approfondiremo quali sono i tratti comuni a queste persone e quali tappe caratterizzano il percorso dal gioco abituale al gioco patologico.

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