bambini e psicologia

Lavorando nello studio di psicologo a Melzo e Novate con famiglie e genitori di bambini di asili nidi, scuole materne ed elementari, mi sono spesso trovato ad affrontare la tematica della gelosia tra fratelli. In questi articoli cerchermo di approfondire questo sentimento che poi spesso ricompare anche nella vita adulta, capendone i motivi che ne stanno all'origine, come superarla e.. imparando che tutto sommato un po' di gelosia oltre che normale è anche necessaria.

Alcune indicazioni utili per riuscire a farsi ascoltare dai figli, senza urla e mani

Come si scriveva in un articolo precedente, è bene che i genitori abbiano già in mente e condividano coi figli quali comportamenti sono da censurare e quali da incentivare per poi poter avviare un dialogo ed un confronto (clicca qui per approfondire)
Se però la rabbia prevale nel genitore, sarà quasi impossibile avviare uno scambio produttivo, perché si perde in lucidità, ecco perché potete trovare in un altro articolo alcune indicazioni su come riconoscere e disinnescare l’escalation della propria tensione in rabbia

Veniamo invece ad alcune indicazioni che possono essere utili per migliorare la relazione educativa con i propri figli.

Spesso ci si lamenta perché non ci ascoltano, non capiscono.. espressioni che si traducono in: “non fanno quello che diciamo noi”.
Se i figli continuano a disobbedire nonostante le nostre punizioni, diventano anche “testardi o incorreggibili”.
Attenzione: diventano incorreggibili perché non cambiano per via dei nostri interventi educativi o correttivi.

Una lettura diversa sui comportamenti "incorreggibili"

Sarebbe interessante far notare che quindi ad esser incorreggibili e testardi siamo anche noi genitori, che continuiamo a proporre interventi educativi/correttivi che non funzionano: “è possibile che devo urlare tutte le sere?” ... è la classica domanda retorica che ricorre più facilmente nelle case in cui ci siano genitori e figli.
La domanda, più correttamente, potrebbe essere: “è possibile che io non abbia ancora capito che urlare tutte le sere non serve?” O, meglio ancora. “è possibile che tutto quello che tento di fare prima di arrivare ad urlare tutte le sere non serve, ma io continuo a farlo?
...è possibile. Anzi, quasi sempre è scontato.

Quali sono quindi possibili alternative?

Per migliorare la collaborazione con i propri figli (che è diverso, nell’idea di chi scrive, dal concetto di “ottenere l’obbedienza”, concetto che rimanda ad una relazione fondata sul potere), vi sono quattro vie che è utile percorrere:

  • Non esiste possibilità di avere una collaborazione dei figli rispetto a comportamenti e atteggiamenti se non vi è un rapporto positivo, che agisce da contesto entro cui le comunicazioni e i comportamenti assumono significati (per approfondire: cliccare qui)
  • Occorre stimolare la collaborazione dei figli evitando solo i divieti e rendendo appetibili anche comportamenti a noi favorevoli (clicca qui per leggere di più su questo punto)
  • Bisognerebbe non limitarsi a stigmatizzare i comportamenti negativi, ma anche sottolineare quelli positivi (altrimenti passa l’idea, nei figli, che solo facendo qualcosa di sbagliato si diventi oggetto di attenzioni
  • Definire regole e accordi precisi sulle conseguenze negative di alcuni comportamenti (per approfondire, clicca qui)

 

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