mio figlio mi tiene il broncio

Sono tornata al lavoro e mio figlio mi tiene il broncio"

“Da quando sono tornata al lavoro al termine della maternità mi sembra che il mio bambino si senta arrabbiato: mi tiene il broncio quando lo lascio dai nonni, piange, non mi guarda… di notte poi si sveglia e mi tiene sempre, come se mi volesse di più, come se mi dicesse di stare con lui.. anche quando giochiamo, si aggrappa a me e prima non l’aveva mai fatto”

Quante di voi si riconoscono in questi vissuti?

Si tratta di esperienze che portano le madri a definire “complicata” la separazione dal proprio figlio nel momento in cui rientrano al lavoro dopo la maternità.

Significato dei comportamenti

…Tenere il broncio e girare la faccia dall’altra parte nel momento in cui la mamma lascia il bambino dai nonni o all’asilo è un comportamento di dissenso, protesta, rifiuto…più facilmente potrebbe non manifestarsi le primissime volte, ma dopo qualche giorno, quando cioè il bambino ha imparato che la mamma sta per andare via senza di lui.

Che cosa si puo’ fare?

Qui la domanda andrebbe resa più articolata: da una parte è possibile rispondere concentrandosi sulle emozioni del bambino, dall’altra su quella della madre e in relazione al suo sistema di relazioni di riferimento.

Partiamo col bambino, anche se in realtà l’unica cosa da fare è tollerare e rispettare le sue manifestazioni di dissenso e disaccordo: se ci pensate, è naturale che non sia contento di vedere la mamma che va via, considerando anche quando sono così piccoli non hanno la capacità di capire che la mamma lo lascia perché deve lavorare per prendere uno stipendio, ma che lo lascia a persone di cui si fida ecc. ecc.

In secondo luogo, è utile legittimare il bambino nell’espressione delle sue emozioni, dicendogli: “Lo so che sei arrabbiato perché la mamma va via e non può strare con te”. Anche se il bambino fosse ancora piccolo per comprendere il senso della frase, coglierà sicuramente il non verbale, cioè il tono della voce rassicurante, lo sguardo, che capirà essere in linea coi suoi vissuti e offrire affetto e sostegno.

I sensi di colpa della mamma

Quanto in realtà il problema del bambino è in realtà un problema del genitore?

Il problema maggiore è però che spesso le mamme si sentono molto in colpa per dover lasciare il bambino mentre vanno al lavoro.. un senso di colpa che persiste nonostante razionalmente si sappia di aver fatto la scelta migliore (o a volte non ci sono nemmeno altre scelte possibili).

Se una madre è criticata (anche in modo “bonario” ricevendo consigli non richiesti e ripetuti) dalla propria madre o dalla suocera, che magari le fanno notare che il rientro al lavoro è stato prematuro, il comportamento del bambino verrà enfatizzato e preso come testimonianza ineluttabile della poca accortezza materna. Inoltre, se la madre non è convinta della propria scelta, o si sente messa in discussione e ha imparato molto bene nella sua vita a ricever critiche, anche il pianto o il broncio del figlio saranno letti come un rimprovero a lei diretto.

Oppure, se la mamma non ha un buon rapporto con la persona (mamma o suocera che sia) a cui lascia il bambino, può essere lei a leggere come segnale della non adeguatezza della nonna il comportamento del figlio. Come sempre, trovo molto importante sottolineare che non è possibile comprendere un qualsiasi comportamento del bambino senza considerare le relazioni tra il bambino e gli adulti di riferimento e le relazioni tra questi adulti. (Gandolfi, 2008)

Rispetto ad eventuali altre difficoltà che possono insorgere in un bambino in seguito all'attraversamento di questo periodo,

Il rischio è di leggere poi ogni comportamento insolito o preoccupante del bambino come frutto dell’averlo dovuto lasciare a qualcuno causa rientro al lavoro: difficoltà nel dormire, periodi di inappetenza, aumenti di capricci…. Tutto potrebbe venir ricondotto a quel cambiamento, sovrastimandolo di importanza col rischio di renderlo una sorta di fumogeno che possa deviare l'attenzione da altri fattori.

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