Sul sito di Psicologo Melzo e Psicologo Novate abbiamo sempre dato molto spazio al tema della psicologia infantile, sempre partendo dalla nostra convinzione che il bambino non è un piccolo essere indipendente dal mondo che lo circonda.
Se è vero che i bambini hanno un proprio modo di funzionare, dettato da caratteristiche di sviluppo fisico, cognitivo ed emotivo, è anche vero che lo sviluppo del bambino viene co-costruito insieme alle persone che si relazionano a lui: per questo motivo, abbiamo sempre legato il tema della gelosia tra fratelli anche al rapporto con i genitori.
Approfondendo il rapporto tra fratelli da un punto di vista della psicologia, e non solo per quanto riguarda la gelosia, vediamo quali possono essere le risorse di un rapporto tra fratelli.
In un precedente articolo, avevamo mostrato come la relazione tra fratelli sia per certi versi unica rispetto ad altre tipologie di legami sentimentali che possiamo avere con altri familiari o nelle relazioni di coppia.
Ma quali sono i vantaggi possibili dal punto di vista della psicologia di un rapporto tra fratellli?
Una volta superate le fisiologiche fatiche della gelosia, il rapporto tra fratelli sembra essere un fattore che porta ad avere una maggior capacità di instaurare rapporti più sereni coi propri genitori.
La presenza di fratelli e sorelle, cioè di coppie (o più) fratelli in cui siano presenti sia maschi che femmine, sembra esser un fattore che permette ai fratelli di sviluppare la capacità di parlare apertamente dei sentimenti.
Le sorelle fanno circolare le emozioni, allentano le tensioni e favoriscono la comunicazione all'interno del nucleo familiare, mentre i maschi sembrano più capaci di stemperare il confronto.
L'influenza positiva del rapporto tra fratelli si osserva soprattutto nei momenti di difficoltà e in caso di separazione dei genitori, oppure di lutti (la morte di un nonno per esempio) quando è particolarmente importante riuscire a esprimere paure e sentimenti.
E i figli unici?
Diversamente, i figli unici sembrano essere maggiormente esposti al rischio di non poter condividere in un rapporto alla pari (e quindi di maggior "complicità") le ansie e le tensioni familiari, assorbendole tutte su se stessi.
Una soluzione potrebbe esser rappresentata dal permettere ai figli unici di frequentare contesti in cui confrontarsi con altri bambini (l'asilo nido, la scuola materna, altre associazioni) anche per aiutarli a sviluppare competenze sociali legate al confronto e alla gestione delle frustrazioni, oltre che alla condivisione.
Chi ha molti fratelli infatti deve dividere con gli altri l'attenzione dei genitori ma impara precocemente a gestire i conflitti e a prendere in considerazione il punto di vista dell'altro.