Conflitto o quieto vivere? Il rischio negli estremi...
"L’amore non è bello se non è litigarello"?
“L’amore non è bello se non è litigarello” dice un proverbio popolare che pare essere smentito dall’esperienza del lavoro con le coppie in contesto clinico, in cui le conflittualità talvolta sono prorompenti e paiono distruttive.
È anche vero che non raramente si lavora con persone che richiedono una terapia di coppia (o coppie che incontriamo in quanto genitori di bambini o ragazzi sofferenti o con comportamenti che creano preoccupazioni) in cui il rapporto non è affatto conflittuale.
Il rischio della calma piatta
Il conflitto non è mai espressamente presente in alcune situazioni, ma è un assente anche il confronto e la possibilità di condividere i propri pensieri, portandoli avanti. Talvolta ci si trova in situazioni dove in favore di un “Noi”, un “io” si è abnegato (io+io=noi?).
In termini “tecnici”; siamo in presenza di coppie molto complementari, in cui l’assenza di litigi è garantita dalla dinamica in base a cui uno decide e l’altro partner asseconda.
Ci si trova in situazioni in cui non appare possibile esprimere un dissenso.
Preciso che non mi sto riferendo necessariamente a coppie con dinamiche di violenza psicologica o prevaricazione di un partner sull’altro: spesso infatti è la stessa persona che non si espone a scegliere questo comportamento: per quieto vivere, per attitudine a mettersi in secondo piano, per la maturata prerogativa di sacrificarsi per gli altri, per fare alcuni esempi. Non solo, in ognuno degli esempi citati, la persona potrebbe essere “autenticamente” disposta a fare tutto ciò, o a tendere verso una sorta di “ripicca” come valvola di sfogo per il senso di costrizione (e talvolta rabbia) che inevitabilmente ne deriverebbe.
Dal conflitto al confronto
L’assenza di litigi è anche quindi l’assenza di dialogo, di confronto sulle reciproche posizioni, che come effetto ha l’impossibilità per la coppia di evolvere e crescere grazie alla possibilità di aperture, di scambi e acquisizione di nuove risorse che possono maturare proprio nel dialogo.
Il dialogo, la capacità di confronto e di apertura implica anche la possibilità di avere divergenze, contrasti, ed emerge quindi la necessità di esser capaci di stare nel “conflitto”, senza che questo diventi distruttivo o devastante.
Per approfondire
Andolfi, M. (1999). La crisi della coppia. Una prospettiva sistemico relazionale. Milano: Cortina
Beavers, W. R. (1996). Il matrimonio riuscito. Un approccio sistemico alla terapia della coppia. Roma: Astrolabio
Cigoli, V. (1997). Intrecci familiari. Milano: Cortina
Elkahim, M. (1986). Se mi ami, non amarmi. Torino: Bollati Boringhieri.
Monguzzi, F. (2006). La coppia come paziente. Milano: Franco Angeli.
Norsa, D., Zavattini, G. C. (1997) Intimità e collusione. Milano: Cortina
Puget, J. (1996). Psicoterapia psicoanalitica della coppia. In: Puget, J., Bernard, M., Games Chaves, G., Romano, E. Il gruppo e le sue configurazioni. Roma: Borla