quando facebook diventa un boomerang

La rivista Psychological Science ha pubblicato recentemente un contributo di  Amanda Forest e Joanne Woo (University of Waterloo), le quali hanno condotto diverse ricerche sul rapporto tra facebook e relazioni amicali in età adolescenziale, tema spesso saliente nelle sedute con ragazzi e genitori nelle sedute nei nostri studi di Psicologo Novate e Psicologo Melzo.

Nel primo di questi studi, emergeva come persone con scarsa autostima, individui timidi o tendenzialmente soli, vedono nei social network soprattutto una possibilità per entare in connessione con gli altri, per stringere nuove amicizie o riuscire a relazionarsi con amici e compagni di classe coi quali nelle interazioni faccia a faccia hanno difficoltà o blocchi.

Da un punto di vista teorico, sembra una teoria più che plausibile, proprio perché mediate da uno schermo del computer, iniziare o mantenere un contatto relazionale è più facile perché non presenta i disagi e gli imbarazzi che si possono manifestare nelle classiche interazioni sociali.

Quel che succede è però spesso il contrario, proprio perché, come emerge da un altro studio delle due autrici statunitensi, i ragazzi con bassa autostima tendono a scrivere testi o condividere immagini e post a contenuto depressivo, coi quali comunicano messaggi e sentimenti negativi, di tristezza e pessimismo.

L’effetto è che tali post riscuotono un bassissimo successo da parte degli altri contatti, mentre se questi contenuti vengono pubblicati da chi solitamente ha un altro atteggiamento emotivo, essi ricevono più commenti e messaggi di supporto.

In conclusione, per le persone con scarsa autostima che utilizzano i social network come una risorsa per espandere le proprie relazioni, facebook può diventare un boomerang, perché, come abbiamo spiegato in un altro articolo, proprio l’eccessiva produzione di messaggi negativi o depressivi nella propria attività on line portano le persone a venire cancellate dai propri amici.

Non ci sembra la scoperta dell’acqua calda tutto sommato…

...Oltre alla ricerca citata, vi sono molti altri studi che sembrano dimostrare una connessione tra facebook e disturbi alimentari, depressione… A nostro avviso, non si può ignorare l’importanza che i social network stanno assumendo nella nostra società e nel loro espandersi tra i ragazzi e gli adolescenti, che talvolta ne diventano dipendenti.

Ci sembra però anche fuorviante ritenere i social network come un qualcosa di avulso dal resto della realtà, come se il loro uso potesse provocare benefici o problemi che mai altrimenti si sarebbero presentati. Più probabilmente, facebook, tanto per citare il più noto tra i social network, non fa altro che amplificare o portare più velocemente alla luce dinamiche relazionali o potenziali problemi che, anche senza i social network, potrebbero manifestarsi.

Riferimenti bibliografici:

Forest, A., & Woo, J. (2012) When Social Networking is not Working: Individuals with Low Self-Esteem Recognize but do not Reap the Benefits of Self-Disclosing on Facebook. Psychological Science, (30) 2012

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